Page 19 - libro_decennale
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La conclusione generale di Previtali è assai drastica. «La condizione mentale su- balterna (mentalmente perché economicamente e politicamente subalterna) degli studiosi meridionali ha impedito infatti che da quella parte venisse un contributo serio alla giusta collocazione storica delle opere conservate sul territorio: lo stu- dioso meridionale, e fatte sempre salve le debite eccezioni, o ha avanzato rivendi- cazioni appassionatamente ed apertamente campanilistiche e perciò stesso destinate a rimanere prive di qualsiasi influenza all’infuori dell’ambiente di origine oppure, con procedimento solo apparentemente opposto, si è affrettato ad accogliere supi- namente i superficiali giudizi negativi di chi l’arte meridionale non conosceva, ga- reggiando con i ‘nordici’ nel denunciare il carattere ‘provinciale’ del 11 mezzogiorno» . Seguendo dunque un’ottica ‘colonialista’ secondo la quale «solo ciò che è di origine settentrionale merita (e solo in quanto tale) di essere presa in 12 considerazione» . Previtali stringe quindi l’obbiettivo sul panorama meridionale che meglio cono- sce e che costituisce anche l’argomento specifico dell’articolo (e della conferenza), il periodo cioè che va dagli ultimi decenni del Cinquecento al primo ventennio del Seicento; vale a dire l’argomento di studio che occupa Previtali nell’intero ottavo de- cennio del secolo scorso e di cui lo studioso diviene un assoluto specialista. Senza accorgersi di scivolare però indebitamente dal particolare (quel delimitato periodo storico) al generale (l’intero panorama degli studi sull’arte meridionale) chiamando in causa, in modo molto ‘ideologico’, e direi un po’ ingenuamente ‘paleo marxista’ (cosa un po’ curiosa in Previtali che apparteneva all’area ‘migliorista’, come allora si diceva, oggi si direbbe ‘riformista’, del Partito Comunista) fattori economico-po- litici di tipo strutturale: la ‘Questione meridionale’ appunto, estesa ora ai fatti del- 13 l’arte figurativa . «Un oblio quasi totale su di un intero secolo di pittura ‘rinascimentale’» nelle sette regioni del Sud non può essere considerato come un fatto contingente degli studi, ma piuttosto un «ulteriore ed inatteso aspetto di quella che gli storici politici e gli economisti sono soliti chiamare la ‘questione meridionale’». Che «ha finito col de- terminare, anche a livello della critica delle arti figurative, una serie di atteggiamenti mentali, di remore psicologiche, di pregiudizi, che è ben difficile spiegare rimanendo 11 Teodoro d’Errico cit., p. 19. 12 Ivi, p. 20. 13 Non è a caso dunque che il volume di apertura degli studi della associazione lo abbiamo voluto intitolare Interventi sulla Questione meridionale. 21
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